Resti Megalitici di Castelluccio (3000 a.c.- 1800 a.c.)
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Frazione Castelluccio |
Apertura | Area Aperta |
Tariffe | Gratuito |
Pubblicazioni | Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana (Domodossola 1991) |
In Ossola fino a poco tempo fa si citava come probabile costruzione megalitica il muro di Arvenolo in valle Antigorio, impressionante per l'imponenza dei massi disposti uno sull'altro, senza nessun scopo evidente.
Ricerche più recenti ed attente dimostrano invece che tutta l'Ossola è stata coinvolta nel processo di colonizzazione agricola riconducibile alla medesima attività megalitica. Risalgono cioè al secondo o terzo millenio avanti Cristo gran parte dei gradoni su cui in seguito si è sviluppata l'agricoltura ossolana. Oramai, essendosi la ricerca estesa in modo sistematico, si possono indicare molti luoghi in cui le strutture di tipo megalitico sono evidenti e costituiscono una autentica tipologia. Queste ricerche hanno dato i primi esemplari evidenti proprio a Montecrestese e solo in seguito sono state estese ad altri luoghi come Masera, Villadossola, Montescheno, Viganella, Mergozzo ecc., dove il fenomeno è ugualmente presente.
Montecrestese cioè, come era nelle nostre aspettative, risponde finalmente a molti interrogativi riguardanti la prima colonizzazione dell'Ossola e, pur lasciando alcuni problemi aperti, fornisce numerosi e importanti strutture tipiche della civiltà così detta "megalitica".
Per comprendere tutto ciò è necessario fare qualche considerazione sul significato dei megaliti che sono sparsi in tutta l'Europa e specialmente in alcune regioni del Mediterraneo, della costa atlantica delle isole britanniche. I menhirs o pietre lunghe infisse nel terreno, isolate o associate, di cui sono noti a tutti gli allineamenti in file parallele lunghe alcuni chilometri nella Brettagna a Carnac, i cromlec o recinti quasi sempre circolari costituiti di menhirs posti ad una distanza regolare uno dall'altro, i dolmen costituiti di alcune pietre fitte sormontate da altra in forma di copertura. Sono i monumenti più noti; ma esistono anche altri monumenti con strutture particolari e funzioni specifiche come i talayot delle isole Baleari, i nuraghi di Sardegna, i sesi di Pantelleria, i templi di Malta etc. Ogni cosa qui è espressa mediante la pietra. La pietra è dunque carica di significati che diventano parte della stessa cultura umana. Anche la nostra civiltà attuale ne risente. Ne sono espressione autentica e continuativa tanto le piramidi e gli obelischi egiziani quanto le colonne commemorative di Roma imperiale, le pietre di confine fra due proprietà e le lapidi sulle tombe dei cimiteri. La pietra assume una particolare sacralità che nessun altro mezzo potrà supplire. Tutto ciò proviene dalla civiltà megalitica e ci permette anche di risalire al significato primitivo.
Per fare questo non mi servirò di altro che dei testi biblici i quali riportano fatti e circostanze risalenti proprio a quell'epoca, cioè attorno al secondo millenio avanti Cristo.
Il patriarca Giacobbe mentre si allontanava dalla tenda del padre per sfuggire alle ire del fratello Esaù si fermò a dormire in un luogo e pose sotto il capo una pietra per cuscino. Ebbe un sogno in cui il Signore gli promise il ritorno in patria e la grandezza della sua discendenza. Svegliatesi alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità e chiamò quel luogo Betel ( = casa di Dio). Poi disse rivolgendosi a Dio: Questa pietra che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima (Genesi 28). Che senso ha questo rito che pure doveva essere comune a tutti i popoli della Mesopotamia ? Una pietra viene consacrata mediante l'unzione dell'olio e diventa casa di Dio, sede della divinità, e testimonio del voto fatto da Giacobe. Un sasso qualunque diventa "stele" solo se viene in qualche modo consacrato, acquistando per così dire un'anima e un significato specifico. Il rito si ripropone. Allorché Giacobbe si allontana dal suocero Labano con tutta la sua famiglia ed i greggi nasce fra di essi un contrasto che si risolve così. Vieni, dice Labano, concludiamo un'alleanza io e tu e ci sia un testimonio tra me e tè. Giacobbe prese una pietra e la eresse come stele. Poi disse ai suoi parenti "raccogliete pietre", e quelli presero pietre e ne fecero un mucchio, e su quel mucchio mangiarono. Labano lo chiamò legar-Saaduta (= mucchio della testimonianza, in aramaico), mentre Giacobbe lo chiamò Gal-Ed (= mucchio della testimonianza, in ebraico). Labano disse "questo mucchio sia oggi un testimonio fra me e tè"; per questo la chiamò Gal-Ed e anche Mizpa (= vedetta}, perché disse "II Signore starà di vedetta fra me e tè".
Ricerche più recenti ed attente dimostrano invece che tutta l'Ossola è stata coinvolta nel processo di colonizzazione agricola riconducibile alla medesima attività megalitica. Risalgono cioè al secondo o terzo millenio avanti Cristo gran parte dei gradoni su cui in seguito si è sviluppata l'agricoltura ossolana. Oramai, essendosi la ricerca estesa in modo sistematico, si possono indicare molti luoghi in cui le strutture di tipo megalitico sono evidenti e costituiscono una autentica tipologia. Queste ricerche hanno dato i primi esemplari evidenti proprio a Montecrestese e solo in seguito sono state estese ad altri luoghi come Masera, Villadossola, Montescheno, Viganella, Mergozzo ecc., dove il fenomeno è ugualmente presente.
Montecrestese cioè, come era nelle nostre aspettative, risponde finalmente a molti interrogativi riguardanti la prima colonizzazione dell'Ossola e, pur lasciando alcuni problemi aperti, fornisce numerosi e importanti strutture tipiche della civiltà così detta "megalitica".
Per comprendere tutto ciò è necessario fare qualche considerazione sul significato dei megaliti che sono sparsi in tutta l'Europa e specialmente in alcune regioni del Mediterraneo, della costa atlantica delle isole britanniche. I menhirs o pietre lunghe infisse nel terreno, isolate o associate, di cui sono noti a tutti gli allineamenti in file parallele lunghe alcuni chilometri nella Brettagna a Carnac, i cromlec o recinti quasi sempre circolari costituiti di menhirs posti ad una distanza regolare uno dall'altro, i dolmen costituiti di alcune pietre fitte sormontate da altra in forma di copertura. Sono i monumenti più noti; ma esistono anche altri monumenti con strutture particolari e funzioni specifiche come i talayot delle isole Baleari, i nuraghi di Sardegna, i sesi di Pantelleria, i templi di Malta etc. Ogni cosa qui è espressa mediante la pietra. La pietra è dunque carica di significati che diventano parte della stessa cultura umana. Anche la nostra civiltà attuale ne risente. Ne sono espressione autentica e continuativa tanto le piramidi e gli obelischi egiziani quanto le colonne commemorative di Roma imperiale, le pietre di confine fra due proprietà e le lapidi sulle tombe dei cimiteri. La pietra assume una particolare sacralità che nessun altro mezzo potrà supplire. Tutto ciò proviene dalla civiltà megalitica e ci permette anche di risalire al significato primitivo.
Per fare questo non mi servirò di altro che dei testi biblici i quali riportano fatti e circostanze risalenti proprio a quell'epoca, cioè attorno al secondo millenio avanti Cristo.
Il patriarca Giacobbe mentre si allontanava dalla tenda del padre per sfuggire alle ire del fratello Esaù si fermò a dormire in un luogo e pose sotto il capo una pietra per cuscino. Ebbe un sogno in cui il Signore gli promise il ritorno in patria e la grandezza della sua discendenza. Svegliatesi alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità e chiamò quel luogo Betel ( = casa di Dio). Poi disse rivolgendosi a Dio: Questa pietra che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima (Genesi 28). Che senso ha questo rito che pure doveva essere comune a tutti i popoli della Mesopotamia ? Una pietra viene consacrata mediante l'unzione dell'olio e diventa casa di Dio, sede della divinità, e testimonio del voto fatto da Giacobe. Un sasso qualunque diventa "stele" solo se viene in qualche modo consacrato, acquistando per così dire un'anima e un significato specifico. Il rito si ripropone. Allorché Giacobbe si allontana dal suocero Labano con tutta la sua famiglia ed i greggi nasce fra di essi un contrasto che si risolve così. Vieni, dice Labano, concludiamo un'alleanza io e tu e ci sia un testimonio tra me e tè. Giacobbe prese una pietra e la eresse come stele. Poi disse ai suoi parenti "raccogliete pietre", e quelli presero pietre e ne fecero un mucchio, e su quel mucchio mangiarono. Labano lo chiamò legar-Saaduta (= mucchio della testimonianza, in aramaico), mentre Giacobbe lo chiamò Gal-Ed (= mucchio della testimonianza, in ebraico). Labano disse "questo mucchio sia oggi un testimonio fra me e tè"; per questo la chiamò Gal-Ed e anche Mizpa (= vedetta}, perché disse "II Signore starà di vedetta fra me e tè".
Tratto da:
Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana
(Domodossola 1991)
Allegati
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