Squadra di Naviledo
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Naviledo |
Frazione di Naviledo
Nomignolo legato alla tradizione:
Gli abitanti di Naviledo (Qui da Naulè) e di Alteno (Qui d Autei) sono detti I brasata catègn ossia i Bruciacastagne , nome non offensivo, ma indicante il grande uso che questi facevano del prodotto dei vasti boschi in vicinanza.
Naviledo è frazione ottimamente esposta al sole e riparata, in mezzo ad una vasta coltivazione di vigne. Da queste ha origine anche il toponimo che presenta le varianti Novellerò (1235-1457) e Novaledo (1525-1618), con il significato ài piantagione di nuove vigne dette appunto novelle.
Ha case antiche con ampi solai esposti al sole, i tipici astric montecrestesani dove non era raro un tempo vedere grande quantità di uva stesa ad appassire e segale e granoturco ad essiccare. La strada comunale lo divide come un tempo in due distinti gruppi di abitazioni che si denominano ovviamente «Naviledo di sopra» e «Naviledo di sotto». Ha raggruppamenti di case, con recinti, passaggi coperti in pietra e cortiletti che arieggiano i fortilizi. Noto in particolare la casa Guglielmini con cortile, forno e pozzo. Su questo è la lapide che recita 1662 Io. Antoni Culmino Fece Fare; sulla casa settecentesca è affrescata la Madonna immacolata fra i santi Pietro e Antonio da Padova con lo stemma della famiglia (cane gradiente in campo azzurro sotto una banda rossa caricata di tre stelle, sormontata dall'aquila in campo giallo) e la data 1780. Sulla casa dei Leonardi poco distante, in breve nicchia rettangolare, è dipinta una Madonna delle Grazie fra S. Giovanni Battista e S. Antonio da Padova sormontata da un Eterno Padre, pittura seicentesca attribuibile a Carlo Mellerio. Sulla casa di fronte noto ancora in formella marmorea lo stemma dei De Rodis della nobiltà dominante nel luogo. L'Oratorio attuale, posto in cima al paese, fu costruito nel secolo XVII su altro più antico.
Vicino al sagrato dell'Oratorio una fontana in pietra, che ha accanto un ampio lavatoio coperto da una volta, reca la scritta S.DI.N. 1871 ( Squadra di Naviledo -1871). Ha una piccola storia. Gli uomini di Naviledo in periodo di siccità, non avendo sorgenti in vicinanza, dovevano recarsi a quasi un'ora di strada per procurarsela. Nel 1871 decisero di avere un proprio acquedotto. Fu fatta una sottoscrizione di 1000 lire dai più abbienti. Per gli altri utenti più poveri si fece ricorso al Vescovo per poter utilizzare un capitale di 600 lire dell'Oratorio al fine di compiere l'opera. Il Vescovo con decreto del 21 Marzo 1871, con le necessario cautele, diede il consenso e Naviledo ebbe la sua acqua zampillante da una sorgente posta circa 1200 metri sopra (1). Sono tuttora discretamente conservate antiche abitazioni in pietra dei secoli XIII-XVI, con ardite soluzioni di accesso e strutture caratteristiche, direi quasi paradigmatiche, dell'architettura popolare di Montecrestese. Vi si trovano anche antichi pozzi, forni del pane e torchi per l'uva.
Nomignolo legato alla tradizione:
Gli abitanti di Naviledo (Qui da Naulè) e di Alteno (Qui d Autei) sono detti I brasata catègn ossia i Bruciacastagne , nome non offensivo, ma indicante il grande uso che questi facevano del prodotto dei vasti boschi in vicinanza.
Naviledo è frazione ottimamente esposta al sole e riparata, in mezzo ad una vasta coltivazione di vigne. Da queste ha origine anche il toponimo che presenta le varianti Novellerò (1235-1457) e Novaledo (1525-1618), con il significato ài piantagione di nuove vigne dette appunto novelle.
Ha case antiche con ampi solai esposti al sole, i tipici astric montecrestesani dove non era raro un tempo vedere grande quantità di uva stesa ad appassire e segale e granoturco ad essiccare. La strada comunale lo divide come un tempo in due distinti gruppi di abitazioni che si denominano ovviamente «Naviledo di sopra» e «Naviledo di sotto». Ha raggruppamenti di case, con recinti, passaggi coperti in pietra e cortiletti che arieggiano i fortilizi. Noto in particolare la casa Guglielmini con cortile, forno e pozzo. Su questo è la lapide che recita 1662 Io. Antoni Culmino Fece Fare; sulla casa settecentesca è affrescata la Madonna immacolata fra i santi Pietro e Antonio da Padova con lo stemma della famiglia (cane gradiente in campo azzurro sotto una banda rossa caricata di tre stelle, sormontata dall'aquila in campo giallo) e la data 1780. Sulla casa dei Leonardi poco distante, in breve nicchia rettangolare, è dipinta una Madonna delle Grazie fra S. Giovanni Battista e S. Antonio da Padova sormontata da un Eterno Padre, pittura seicentesca attribuibile a Carlo Mellerio. Sulla casa di fronte noto ancora in formella marmorea lo stemma dei De Rodis della nobiltà dominante nel luogo. L'Oratorio attuale, posto in cima al paese, fu costruito nel secolo XVII su altro più antico.
Vicino al sagrato dell'Oratorio una fontana in pietra, che ha accanto un ampio lavatoio coperto da una volta, reca la scritta S.DI.N. 1871 ( Squadra di Naviledo -1871). Ha una piccola storia. Gli uomini di Naviledo in periodo di siccità, non avendo sorgenti in vicinanza, dovevano recarsi a quasi un'ora di strada per procurarsela. Nel 1871 decisero di avere un proprio acquedotto. Fu fatta una sottoscrizione di 1000 lire dai più abbienti. Per gli altri utenti più poveri si fece ricorso al Vescovo per poter utilizzare un capitale di 600 lire dell'Oratorio al fine di compiere l'opera. Il Vescovo con decreto del 21 Marzo 1871, con le necessario cautele, diede il consenso e Naviledo ebbe la sua acqua zampillante da una sorgente posta circa 1200 metri sopra (1). Sono tuttora discretamente conservate antiche abitazioni in pietra dei secoli XIII-XVI, con ardite soluzioni di accesso e strutture caratteristiche, direi quasi paradigmatiche, dell'architettura popolare di Montecrestese. Vi si trovano anche antichi pozzi, forni del pane e torchi per l'uva.
Tratto da:
Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana
(Domodossola 1991)
Allegati
- Squadra di Naviledo[.pdf 453,83 Kb - 04/05/2017]